Nudismo Metafisico
Riporto queste considerazioni di Daniele Agnoli al fine di derimere, ancora una volta, il dubbio che si vuole mantenere aperto tra nudismo e naturismo.
Perché volete definirvi nudisti? Nel momento che Vi spogliate in ambiente dedicato, che pensieri avete, che riflessioni fate? Perché vi siete spogliati su una spiaggia con altre persone che forse non conoscete? Sull’annosa questione dei tatuaggi, su cui a suo tempo avevo preso posizione in relazione al naturismo (argomento che riprendo alla fine di questo scritto), avevo cercato di far capire che si tratta di un problema in cui c’entra il relativismo, cioè di quella corrente di pensiero per il quale non esistono verità assolute.
E sempre nel corso del medesimo scritto, per sostenere la mia opinione in proposito, avevo anche parlato di “ancoraggio metafisico” (ormai mancante nella nostra cultura), una espressione che mi è stato chiesto da più parti di chiarire. Innanzitutto è bene spiegare il significato di metafisica.
E’ noto che questo termine è nato quasi per caso, per il fatto che gli scritti di Aristotele, che trattavano di quello che noi oggi chiamiamo metafisica, si trovavano collocati vicino, oltre, al di là dei volumi che trattavano di fisica. Ne è nata di conseguenza una bella metafora, per cui, oltre al significato corrente che noi diamo di questo termine (cosa astrusa, difficile da comprendere, ecc.), metafisica è diventato sinonimo di filosofia teoretica.
Ebbene, che cos’è questo tipo di filosofia? Essa ha a che fare con molti concetti non solo filosofici, ma anche religiosi e della nostra vita quotidiana, per cui l’ancoraggio metafisico è ciò che aggancia il nostro spirito a tutto ciò che appartiene alla mente, al pensiero, alla religione (come scienza dell’Assoluto), alla ragione, alla fede, alla psicologia, al misticismo, all’estasi, all’estetica, alla temperanza, all’umiltà, all’intuizione, all’osservazione della natura, di se stessi, del proprio profondo, del mistero della sessualità, della visione religiosa della nudità, del vero senso del sesso (unione di piacere e procreazione e anche solo piacere come gratificazione di sé); un tutto che si può condensare nell’espressione popolare nota come “buonsenso”.
E potrei continuare all’infinito, perché metafisica è tutto ciò che ci porta al di là del mondo materiale e ci fa pensare, riflettere, metabolizzare, elaborare concetti. Da qui l’altro significato odierno del termine metafisica che si sintetizza nel linguaggio parlato con l’espressione “andare al di là di qualcosa”.
Per esempio, andare al di là della nostra realtà, significa imbatterci in Dio, per chi crede, per chi non crede, invece, in una Entità Superiore alle nostre forze, superiore alla nostra comprensione, insomma in qualcosa che è più grande di noi; per fare un altro esempio che ci riguarda da vicino, se noi andiamo al là del concetto di nudismo, che permette la vista di quel capolavoro che è il corpo umano, ci imbat¬tiamo nel naturismo, ossia in qualcosa che va la di là della semplice nudità, in qualcosa che ci fa comprendere che la terra non appartiene a noi, ma siamo noi che apparteniamo alla terra – come aveva detto un grande capo indiano di cui mi sfugge il nome. In sostanza, il nudismo ci permette di andare al di là di noi stessi, diventando naturismo, per cui è stata coniata, a ragione, l’espressione di “nudismo metafisico”.
Ebbene, se tutto ciò può sembrare difficile o “astruso”, faccio un paio di esempi per spiegare i sopra citati concetti che di prim’acchito possono sembrare ostici, ma che non lo sono, perché la sublimazione del nudismo in naturismo non è una questione di lana caprina.
E per farmi capire faccio riferimento ad una illustrazione di una rivista, inviatami tempo fa dagli amici spagnoli, dove si vedeva una bella donna fotografata di spalle. Ciò che dava subito all’occhio era il fatto che la bella donna era tatuata all’altezza delle vertebre sacrali: possibile, mi ero chiesto, che quella donna, dalla bellezza indiscutibile, non si fosse resa conto dell’inutilità di ciò che aveva fatto? E possibile che una donna così avesse sentito il bisogno di avere un “timbro” sulla pelle per essere più affascinante? Questa circostanza me ne aveva ricordata un’altra, un momento della mia vita, tanto insignificante quanto ricco di significato, scusatemi la contraddizione, o l’os¬simoro come più precisamente si dice.
Alcuni anni fa, mentre mi trovavo in coda alla cassa di un supermercato, notavo distrattamente davanti a me la silhouette di una splendida giovane signora, ciò che si guarda sem¬pre volentieri.
Ma il fatto sorprendente non era stata tanto la circostanza che avesse la corta maglietta sollevata e le mutandine un po’ abbassate, ciò che si vede spesso al giorno d’oggi, ma il fatto che io venissi preso da una tale ammirazione estetica che quasi mi sarei messo in ginocchio per baciarla.
Ma perché ero stato preso da un sentimento così forte? La risposta me l’ero data solo alcuni giorni dopo: perché, da credente, avevo visto in quei pochi centimetri di pelle nuda la mano di Dio, il grande artista che ha plasmato la bellezza (metafisica) della donna. In quell’immagine (metafisica) avevo rivisto il mito di Afrodite la callipigia!
E sempre nel corso del medesimo scritto, per sostenere la mia opinione in proposito, avevo anche parlato di “ancoraggio metafisico” (ormai mancante nella nostra cultura), una espressione che mi è stato chiesto da più parti di chiarire. Innanzitutto è bene spiegare il significato di metafisica.
E’ noto che questo termine è nato quasi per caso, per il fatto che gli scritti di Aristotele, che trattavano di quello che noi oggi chiamiamo metafisica, si trovavano collocati vicino, oltre, al di là dei volumi che trattavano di fisica. Ne è nata di conseguenza una bella metafora, per cui, oltre al significato corrente che noi diamo di questo termine (cosa astrusa, difficile da comprendere, ecc.), metafisica è diventato sinonimo di filosofia teoretica.
Ebbene, che cos’è questo tipo di filosofia? Essa ha a che fare con molti concetti non solo filosofici, ma anche religiosi e della nostra vita quotidiana, per cui l’ancoraggio metafisico è ciò che aggancia il nostro spirito a tutto ciò che appartiene alla mente, al pensiero, alla religione (come scienza dell’Assoluto), alla ragione, alla fede, alla psicologia, al misticismo, all’estasi, all’estetica, alla temperanza, all’umiltà, all’intuizione, all’osservazione della natura, di se stessi, del proprio profondo, del mistero della sessualità, della visione religiosa della nudità, del vero senso del sesso (unione di piacere e procreazione e anche solo piacere come gratificazione di sé); un tutto che si può condensare nell’espressione popolare nota come “buonsenso”.
E potrei continuare all’infinito, perché metafisica è tutto ciò che ci porta al di là del mondo materiale e ci fa pensare, riflettere, metabolizzare, elaborare concetti. Da qui l’altro significato odierno del termine metafisica che si sintetizza nel linguaggio parlato con l’espressione “andare al di là di qualcosa”.
Per esempio, andare al di là della nostra realtà, significa imbatterci in Dio, per chi crede, per chi non crede, invece, in una Entità Superiore alle nostre forze, superiore alla nostra comprensione, insomma in qualcosa che è più grande di noi; per fare un altro esempio che ci riguarda da vicino, se noi andiamo al là del concetto di nudismo, che permette la vista di quel capolavoro che è il corpo umano, ci imbat¬tiamo nel naturismo, ossia in qualcosa che va la di là della semplice nudità, in qualcosa che ci fa comprendere che la terra non appartiene a noi, ma siamo noi che apparteniamo alla terra – come aveva detto un grande capo indiano di cui mi sfugge il nome. In sostanza, il nudismo ci permette di andare al di là di noi stessi, diventando naturismo, per cui è stata coniata, a ragione, l’espressione di “nudismo metafisico”.
Ebbene, se tutto ciò può sembrare difficile o “astruso”, faccio un paio di esempi per spiegare i sopra citati concetti che di prim’acchito possono sembrare ostici, ma che non lo sono, perché la sublimazione del nudismo in naturismo non è una questione di lana caprina.
E per farmi capire faccio riferimento ad una illustrazione di una rivista, inviatami tempo fa dagli amici spagnoli, dove si vedeva una bella donna fotografata di spalle. Ciò che dava subito all’occhio era il fatto che la bella donna era tatuata all’altezza delle vertebre sacrali: possibile, mi ero chiesto, che quella donna, dalla bellezza indiscutibile, non si fosse resa conto dell’inutilità di ciò che aveva fatto? E possibile che una donna così avesse sentito il bisogno di avere un “timbro” sulla pelle per essere più affascinante? Questa circostanza me ne aveva ricordata un’altra, un momento della mia vita, tanto insignificante quanto ricco di significato, scusatemi la contraddizione, o l’os¬simoro come più precisamente si dice.
Alcuni anni fa, mentre mi trovavo in coda alla cassa di un supermercato, notavo distrattamente davanti a me la silhouette di una splendida giovane signora, ciò che si guarda sem¬pre volentieri.
Ma il fatto sorprendente non era stata tanto la circostanza che avesse la corta maglietta sollevata e le mutandine un po’ abbassate, ciò che si vede spesso al giorno d’oggi, ma il fatto che io venissi preso da una tale ammirazione estetica che quasi mi sarei messo in ginocchio per baciarla.
Ma perché ero stato preso da un sentimento così forte? La risposta me l’ero data solo alcuni giorni dopo: perché, da credente, avevo visto in quei pochi centimetri di pelle nuda la mano di Dio, il grande artista che ha plasmato la bellezza (metafisica) della donna. In quell’immagine (metafisica) avevo rivisto il mito di Afrodite la callipigia!
Eppure di nudità ne avevo viste tante in vita mia! La verità è che il nudismo è sempre metafisico, cioè naturista, perché la nudità ci permette di andare oltre la semplice esposizione del nostro corpo nudo, ci permet¬te di diventare natura, o meglio, di ritornare ad essere natura, quella natura di cui noi stessi siamo fatti e della quale spesso ci dimentichiamo.
Cercare quindi la differenza tra nudismo e naturismo, questa sì è una questione di lana caprina, perché i due termini non solo sono coincidenti, ma riguardano uno straordinario atto di ci scrivono umiltà dell’essere umano (come lo è quello dell’esposizione del corpo nudo), che con quell’atto riconosce e accetta la sua fragilità.
E pertanto, quando si dice che il nudismo è naturismo non è un escamotage linguistico, ma la sintesi di un concetto elaborato in 150 di storia del naturismo.
Daniele Agnoli
Cercare quindi la differenza tra nudismo e naturismo, questa sì è una questione di lana caprina, perché i due termini non solo sono coincidenti, ma riguardano uno straordinario atto di ci scrivono umiltà dell’essere umano (come lo è quello dell’esposizione del corpo nudo), che con quell’atto riconosce e accetta la sua fragilità.
E pertanto, quando si dice che il nudismo è naturismo non è un escamotage linguistico, ma la sintesi di un concetto elaborato in 150 di storia del naturismo.
Daniele Agnoli