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Il sole amico o nemico? Dipende da noi!

Il sole è sicuramente il più grande amico dell'uomo, se non altro perché è artefice della vita sulla terra e principale responsabile della sua successiva evoluzione.
Noi naturisti, poi, abbiamo un motivo in più per amararlo, esso è un essenziale complemento del nostro vivere all'aria aperta ed il paesaggio e la natura con il sole perdono quella leggerissima vena di tristezza e ritrovano l'allegria. Ciò non toglie che in qualche caso il sole possa essere pericoloso; è infatti responsabile di diversi tumori cutanei che, a differenza del melanoma, si curano in ambulatorio e in anestesia locale. Il lungo adattamento che l'uomo ha subìto nei vari climi e quindi con diverse intensità di radiazione ha per fortuna ridotto al minimo questi rischi.
In realtà, oggi qualche rischio in più esiste ed è dovuto all' assottigliamento della fascia di ozono che circonda la terra, perché espone l'uomo ad una maggiore quantità di quella componente della radiazione solare con lunghezza d'onda più piccola (raggi ultravioletti). Inutile dire che ciò è dovuto ad una concezione di sviluppo o di progresso che vede nel profitto il motore principale e che perde molto spesso di vista l'uomo o l'ambiente.
Non è il caso però di allarmarsi, noi naturisti possiamo continuare ad esporci liberamente al sole ma è necessario che lo facciamo con un po' di buon senso. Evitare le ore più calde della giornata, quando il sole è alto nel cielo ed i suoi raggi attraversano uno spessore più basso di atmosfera, è sicuramente una buona norma. Esporsi in modo graduale aumentando il tempo di giorno in giorno è un'altra buona norma, che permette al nostro organismo di produrre quel pigmento protettivo (la melanina) che fornisce alla nostra pelle un validissimo schermo per le radiazioni più penetranti. Infine è sempre il buon senso che deve guidarci nello scegliere il tempo di esposizione in funzione della nostra carnagione (minore con una carnagione chiara, maggiore con una carnagione scura).
L'uso di creme protettive è consigliabile nel caso si abbia una carnagione chiara o nelle parti più sensibili. A questo proposito mi sembra interessante raccontare un curioso evento storico avvenuto due secoli fa nell'Inghilterra georgiana che si è poi rivelato un importante contributo alla ricerca sui tumori cutanei, diventando una formidabile e involontaria sperimentazione di massa. In quel periodo vigeva un sistema che infliggeva grandi punizioni per piccoli crimini: falsificatori e ladri venivano spesso puniti con la pena di morte. Una reazione a tanta severità portò à pene più miti, e di conseguenza, ad un sovraffollamento delle carceri.
La Camera dei Comuni risolse il problema (era la fine del 1700) trasferendo i detenuti sulla costa orientale dell' Australia, popolandola in pochi decenni con uomini e donne di origine britannica ed irlandese con carnagione chiara e capelli biondi. Iniziò, quindi, come tentativo di riforma penale ma diventò alla fine un importante esperimento su larga scala riguardante i rapporti tra carnagione, irradiazione solare e cancro cutaneo. Con la loro pelle chiara continuamente esposta ad una intensità di radiazione per la quale non ha avuto il tempo di adattarsi, i bianchi d'Australia presentano oggi l'incidenza più elevata di ogni tipo di cancro cutaneo rispetto a qualunque altra popolazione nel mondo.
La situazione è molto diversa per i loro consaguinei britannici che hanno un rischio molto basso di sviluppare questo tipo di neoplasia, come del resto gli aborigeni australiani che, con la loro pelle molto più scura, sono raramente affetti da cancro cutaneo indotto dalle radiazioni solari. È un fatto ormai ampiamente accertato, grazie anche a questa esperienza, che l'intensa radiazione solare e la carnagione chiara sono fattori di rischio importanti per il cancro della pelle,
È naturale quindi che nel caso in cui la pelle sia molto chiara una attenzione particolare e una buona dose di -buon senso- diventano indispensabili.

Pubblicavamo nel 1997...Alcuni articoli on-line

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