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Dalla Catalogna a Torino

Cominciamo la settimana presto di mattina, abbiamo molto camino da fare, e alle 9 e quarto ci troviamo in una caffettería, nel Villaggio Catalano. Fa bel tempo e tutti siamo molto contenti, viaggiamo tra valli e montagne a traverso il sur-este di Francia per arrivare a Genoble, la porta delle Alpi, dove il nostro amico, Bruno, ci sta già aspettando.
E alcuni di noi fanno un giro per Grenoble, però finalmente continuamo tutti insieme il viaggio. Montagne alte e valli verdi ci accompagnano e senza renderci conto arriviamo alla gallería più lunga, quella di Frejùs e alla fine dei suoi tredici chilometri cambiamo l'estato. Non è più corretto dire “Bon jour”, dobbiamo cambiare e dire “Buona sera”. Adesso la strada va giù e tutto c'è scritto in italiano.
L'uscita è corretta e tutti gli indicazioni sembrano corretti però non sono ben interpretati e facciamo un giro a sinistra invece di girare a destra. Alla fine il GPS che parla francese ci aiuta a trovare il buon camino e arriviamo al cartello, dove c'è scritto ben chiaro Le Betulle, il nostro destino. Siccome si è fatto tardi ci stanno già aspettando a tavola.
È chiaro, ci troviamo in Italia e non ci può mancare la pasta. Adesso sta piovendo leggeramente. Cominciamo a presentarci e a conoscerci parlando, come dice Enrico, un cordiale castigliano-catalano-italiano che è molto divertente, però ci facciamo capire perfettamente. Dopo la cena alcuni di noi occupano i bungalow mentre gli altri montano le tende. Tutti abbiamo voglia di rilassarci. Il giorno dopo alcuni sentono la febbre per la strada e vanno via in macchina fino ad arrivare a un lago. Sicuro che ci conteranno le loro esperienze.
Gli altri hanno fatto amicizia con i nuovi amici italiani e di pomeriggio hanno fatto una passeggiata al paese che è incantevole con la sua parrocchia di San Lorenzo e una gelateria che è piaciuta a tutti. Adesso, mercoledí, è arrivato il gran momento della competenza. Noi catalani, abbiamo molta voglia, gli italiani sono ben attrezzati e il gioco delle bocce è una lotta tra fratelli. È giusto dire che il risultato è quello aspettato, quelli che giocano a casa vincono chiaramente, però si salva l'onore dei visitanti con alcuni trionfi parziali. A continuazione ha avuto luogo la consegna dei premi che ha dato il passo al evento di maggior importanza che era il motivo del nostro viaggio e del nostro incontro, il quale tutti insieme stavamo aspettato tanto tempo.","Trent'anni sono molti, siccome le cose sono state ben fatte non sembrano molti.
E dove i due pionieri, Tom Operti e Oriol Avila fecero un patto, oggi due discepoli firmano di nuovo, tra parole appassionati e l'intercambio di regali, non solo nel nome proprio sino nel nome di tutte le persone che fanno parte dei due club. Nonostante tutto, è ben certo, che soltanto le persone presenti hanno potuto godere la vista chiara e appassionata, di uno che ha vissuto un momento singolare tra fratelli veri, figli del sole e della natura che condividono gli stessi ideali.
E poi i magnifici piatti offerti dai nostri anfitrioni. Di notte continua la festa con una cena speciale e con la partecipazione di molta gente e in seguito con la musica e le danze. Giovedí andiamo a visitare Torino, la grande città che vediamo in buona compagnia. Gianfranco ci conduce fino alla fermata del autobus e poi ci lascia nei mani delle tre virtù, dell'incanto di Rosita, della sapienza di Luca e dell'entusiasmo di Skizzo. Tutti i tre ci fanno passare una giornata indimenticabile in una città piena di portici, ottanta chilometri ci ha detto la guida del bus turistico che ci ha portato per tutta la città. Cominciamo il giro a piedi con un cappuccio in una caffettería storica – e una storiella vissuta lì - molto vicina alla sede della Federazione Italiana di Naturismo, dopo vedremo l'edificio della prima sede della RAI, la televisione italiana.
Alcuni vanno con Luca e Skizzo a visitare gli intorni del Palazzo Reale, non è necessario dire che Torino era la capitale d'Italia, e gli altri vanno con Rosita al Museo Egizio - assicuriamo che è uno dei più ricchi – per poi arrivare un po' tardi ma tutti insieme al luogo del pranzo. Dopo il pranzo ci aspetta La Mole Antonelliana, un edificio snello che fu costruito come sinagoga, ma adesso è il simbolo turistico della città con i suoi 167 metri di altura, a forma di campana, che ospita il Mueso Nazionale del Cinema che è molto interessante e ampio. Nell'interiore della cupola c'è un ascensore panoramico, con soltanto alcuni cavi d'acciaio per sostenerlo e per muoverlo.
Ci porta a una altura di piú di 100 metri, da lì su possiamo vedere tutta la città. Il venerdí andiamo a visitare la Reggia di Venaria e il Parco di La Mandria, che deve gran parte del suo splendore al Re Vittorio Emanuele II, chiamato il cacciatore. Facciamo la visita guidata agli appartamenti reali che questo monarca occupava con la sua amante e i loro invitati. Qui pranziamo in uno dei cortili del palazzo attrezzato con tavoli rustici all'ombra degli alberi. A continuazione i più entusiastici, guidati da Skizzo, noleggiano delle biciclette per fare un escursione per i camini interiori del parco.
Di sera ritorniamo del parco e ci fermiamo in un centro commerciale per compare dei prodotti tipici italiani. Arrivati al campeggio abbiamo un appuntamento, i nostri amici Angela e Andrea ci hanno preparato un ricevimento. Un gruppo numeroso di persone dei due club si riunisce per provare differenti piatti eccellenti,
Era cosí abbonante la offerta che ci ha costato molto lavoro la cena.
Quella notte cominciano le parole di commiato e le pianificazioni di nuovi obbietivi in comune che si completano il mattino dopo tra abbracci e strette di mano La nostra amicizia è constante e i nostri ricordi si sono stabiliti nei nostri cuori e la promessa di ritrovarci è ferma. La prossima volta a casa nostra, loro saranno gli ospiti e noi vogliamo avvicinarci al loro livello di ospitalità. Una cosa è ben chiara, non vogliamo aspettare che passino di nuovo trent'anni.

Quim Plana, uno di più di tutti i fratelli

Pubblicavamo nel 2007...Alcuni articoli on-line

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